La tendinite del sovraspinoso è una patologia sempre più comune e dolorosa.
Tale patologia, che coinvolge la spalla, altro non è che un’infiammazione del tendine del muscolo sovraspinato che può provocare, in base al suo grado di infiammazione e di calcificazione tendinea, dolore molto intenso e limitazione funzionale/motoria anche nei più normali movimenti della vita quotidiana.
Le cause
Le cause principali di questa patologia possono essere:
- Fattori genetici di conformazione ossea articolare. Un ispessimento dei tendini o una conformazione non perfetta della spalla potrebbero compromettere i normali movimenti, provocando così infiammazione e conseguente dolore.
- Postura sbagliata mantenuta e assimilata nel corso del tempo.
- Lesioni pregresse che, creando tessuto cicatriziale, vanno ad ostacolare il normale movimento muscolare, articolare e tendineo.
- La pratica di sport che richiedono sforzi con le braccia sopra la testa, a maggior ragione se ripetuti, come nella pallavolo, il tennis o il sollevamento pesi.
I sintomi
Il primo, e il più importante, sintomo è indubbiamente il dolore.
Se il paziente savverte dolore nel sollevare il braccio in un range tra i 70° e i 110° circa, quindi in quel’arco di movimento in cui le fibre infiammate vengono schiacciate dall’omero, allora siamo di fronte a una infiammazione tendinea del sovraspinoso. Per essere certi di tale diagnosi il medico potrà richiedere di aggiungere a tale test fisico anche un test strumentale come ecografia o risonanza magnetica, che mostreranno nel dettaglio l’importanza dell’infiammazione o possibili calcificazioni tendinee.
Rimedi
Alla base della cura vi è la necessità di sfiammare il tendine ed eventualmente andare ad eliminare le calcificazioni che si sono create.
Per far ciò le terapie più utilizzate e performanti sono:
- Laser ad alta potenza per sfiammare e lenire il dolore grazie alla sua profonda azione analgesica e antiffiamtoria (Crystal Yag/Bipower Lux)
- Onda d’urto radiale, che ha lo scopo di andare a eliminare le calcificazioni aumentando cosi la mobilità, riducendo il dolore grazie all’aumento della vascolarizzazione con conseguente rimozione dei fattori infiammatori. (Shock Med)
Nella fase acuta il riposo totale dell’arto è spesso consigliato; nel caso in cui tali terapie non fossero sufficienti si può intervenire anche chirurgicamente in artroscopia.